La doma etologica
“I cavalli non conoscono niente, ma riconoscono tutto” così Ugo Baroi, quarantenne di un paese della Valpolicella parla dei suoi ospiti, molto speciali. Si tratta di cavalli che nessuno vuole, perché difficili, o traumatizzati da violenti incidenti, oppure ancora di cavalli che si vorrebbero più docili e pronti a obbedire quando richiesto. Come? Ugo risponde: “Attraverso la conoscenza e la fiducia reciproca”. E qui, in uno dei vari recinti dove sono ospitati gli animali, non esistono morsi, né frustini e gli spazi sono talmente aperti che nemmeno le recinzioni sono visibili. Ci sono solo una dozzina di esemplari, femmine e giovani puledri, che si avvicinano incuriositi. Ugo spiega che questo è l’atteggiamento del cavallo allo stato brado. Forse, proprio perché si sentono liberi di fronte a lui, gli basta uno sguardo, quando sono dentro il tondino, per farli camminare, un altro per farli fermare. Sempre lo stesso per assicurare loro rinnovato rispetto.